2/09 - Effetto placebo

Che cosa diremmo se, dopo aver ascoltato un ispirato pezzo di musica, qualcuno ci dicesse entusiasticamente: com’era bravo quel pianoforte! Oppure, se il pezzo non fosse stato eseguito in maniera adeguata: probabilmente c’era bisogno di qualche ritoccatina alle corde. La prima cosa che faremmo sarebbe di sicuro quella di accertarci che non stia scherzando! Nessuno si sognerebbe di addebitare allo strumento la qualità evocativa o ispiratrice di un concerto musicale.

Eppure, per quanto possa sembrare strano, è proprio quello che fa chiunque consideri la vita dal punto di vista puramente materiale. Egli guarda all’uomo, al suo corpo e ai prodotti del suo corpo, e vi cerca tutte le sostanze chimiche che gli consentono di agire e pensare; e ritiene che il suo agire e il suo pensare provengano e siano causati dal corpo. Infatti ce lo dimostra impedendo ad un essere vivente di produrre determinate sostanze, o iniettandogliene altre, verificando quindi le alterazioni al comportamento provocate da questa sua dimostrazione. Ma anche se io elimino una corda dal pianoforte, o se ne elimino qualche tasto, il pianista, per quanto possa essere bravo e ispirato, sarà impedito nel suo compito di suonare una musica che sia almeno accettabile. La stessa cosa avviene per l’uomo: per poter agire fino al livello fisico-chimico, qualsiasi forza, energia o stimolo deve poter utilizzare uno strumento fisico, altrimenti la sua azione rimarrà senza conseguenze sul piano materiale. E spesso queste sostanze si trovano nel cervello o in ghiandole diversamente disposte nel corpo.

Recentemente una ricerca inglese ha negato validità terapeutica all’agopuntura, affermando che essa è dovuta soltanto all’effetto placebo; analoga critica si fa all’omeopatia, dicendo che a causa della diluizione dal punto di vista chimico i rimedi omeopatici sono solo acqua fresca, e quindi “non possono” avere efficacia terapeutica “reale”. A parte che sarebbe da dirlo ai milioni di persone che trovano giovamento da queste forme terapeutiche, sarebbe da domandarci che cosa sia l’effetto placebo, e perché sembri ottenere tanti mirabili effetti. Non è da attribuire ad esso allora il vero valore nei processi di guarigione? Questo avviene perché, come diciamo noi, il piano chimico è solo quello degli effetti, mentre le cause risiedono nei piani sottili; perciò essendo il pensiero o i disturbi emotivi le cause delle malattie, se agiamo al loro livello sarà più facile arrivare alla cura delle stesse. Queste cause appartengono cioè al mondo invisibile, tanto che solo terapie che agiscono in profondità, in maniera invisibile dal punto di vista chimico, riescono a modificarle.

Fino a quando non sarà compresa la proporzione: il corpo sta alla vita come il cervello sta alla mente, non saremo in grado di portare sollievo alle persone che hanno bisogno di aiuto, né di conoscere noi stessi.

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