Se volessimo cercare, in una parola, la nota dominante capace di caratterizzare il Periodo della Terra, senza dubbio la troveremmo nel termine: Autocoscienza. Tutto quello che viviamo nell’epoca attuale, tutte le esperienze, le gioie e le sofferenze, le conquiste e le sconfitte, hanno come obiettivo comune lo sviluppo individuale dell’autocoscienza. Il termine stesso suggerisce una maturazione, uno sviluppo di tipo interiore, perché autocoscienza e condizionamento esterno sono evidentemente contraddittori: l’autocoscienza può solo nascere dentro l’individuo, come qualcosa che lo riguarda direttamente e non indotto dagli altri. Certamente essa costa fatica, e sotto un certo aspetto può rivelarsi pericolosa, perché in qualche modo si sviluppa per tentativi e l’individuo si trova solo davanti alle scelte che deve di volta in volta affrontare, spesso sbagliando, ma a lungo termine imparando dai propri errori. È per questo che può apparire talvolta preferibile delegare a qualcun altro dette scelte, può sembrare più facile chiedere una guida a chi si trova più avanti di noi, ed eseguire le sue direttive, anche se a noi ancora incomprensibili. Ma in questo modo non cresceremmo, e non saremmo mai in grado di imparare ad essere guida a noi stessi, dipendendo sempre dalla volontà e giudizio altrui. Non comprenderemmo mai l’esortazione di San Paolo: “Non sapete voi che siete Dei?”; e l’affermazione del Cristo: “Voi stessi farete le cose che io faccio, e anche di più grandi” resterebbe priva di senso.
Siamo in Settembre, il mese che ancora una volta vede lo Spirito del Cristo Cosmico concentrare la Sua coscienza nel nostro pianeta. Se davvero aspettassimo dal Salvatore una soluzione ai nostri mali come una influenza esteriore, ci dovremmo chiedere perché tutta la sofferenza che ciò provoca in Lui e tutto il dolore del nostro stato non siano stati sciolti ed eliminati prima; ci sarebbe quasi da arrabbiarsi, e attribuirli ad una Sua impotenza e ad un Suo limite. Il Suo e il nostro dolore hanno però come unico scopo proprio consentirci la conquista del massimo bene che dobbiamo ora sviluppare, quell’autocoscienza che potrà davvero trasformarci, nelle epoche future, in Dei capaci di compiere cose meravigliose, come è nel nostro destino fare.
Chiunque si presentasse pretendendo di essere in grado di risolvere, dall’esterno, i nostri problemi – sia individuali che collettivi – senza contribuire così alla crescita della nostra coscienza, svolgerebbe in realtà il ruolo inverso dell’Anticristo, impedendoci la conquista dell’autocoscienza e dello strumento che la rende possibile: la libertà. Rispettando questa libertà l’ondata Cristica sta avvolgendo la Terra: approfittiamo di essa per iniziare a dimostrare come le lezioni del passato sono state apprese, riducendo così il dolore nostro e del Salvatore.
6 commenti:
Ma la consapevolezza può bastare ad interrompere la catena del dolore?
E quanto di quello che c'è in noi nasce dall'esperienza e quanto è invece nato con noi?
Io non sono certa che siamo una tabula rasa su cui imprimere il libro della nostra vita.
Molte cose sono già scritte nel momento in cui entriamo in questa vita.
Anna
Certo che non siamo una tabula rasa: il motivo per cui ci incarniamo è quello di accrescere la nostra consapevolezza, e questo può avvenire solo attraverso un numero multiplo di esistenze.
Grazie per la risposta.
Chiedo scusa, temo di non essermi spiegata.
Non intedevo che non siamo tabula rasa ad ogni nostra esistenza, intendevo che non lo siamo a priori.
Secondo la concezione Kantiana relativa i giudizi sintetici a priori.
Cito
"I giudizi sintetici a priori sono principi della scienza che ampliano la nostra conoscenza e non si basano sull’esperienza.
Questi stanno alla base della scienza, ma non la costituiscono interamente, in quanto è necessaria anche l’esperienza, che fornisce il materiale che deve essere ordinato secondo i giudizi sintetici a priori.
Questi ultimi, infatti, derivano da forme innate proprie del soggetto pensante, a priori rispetto all’esperienza, universali e necessarie, applicate da tutti allo stesso modo.
Queste ci servono, dunque, per ordinare la materia, ovvero tutto ciò che apprendiamo caoticamente dall’esperienza, quindi a posteriori, come un archivio (forma) in cui vengono immessi tutti i dati disordinati (materia).
Da tutto ciò si capisce che se vi sono forme a priori, vi sono anche giudizi sintetici a priori. "
Gli insegnamenti esoterici affermano che l’uomo è giunto allo stato nel quale può definirsi tale – cioè uno spirito individuale che abita direttamente i propri veicoli di esperienza – dopo un processo molto lungo, che lo ha visto attraversare fasi di incoscienza di tipo minerale e vegetale dapprima, e di coscienza di tipo animale successivamente. Questo significa che egli, quando ancora non era un individuo (termine adatto solo per l’uomo) era diretto dall’esterno attraverso ciò che viene comunemente definito istinto, da entità a lui superiori – chiamate Spirito-gruppo – fino a che non fosse maturo per incominciare a imparare a dirigersi da solo. Solo qui nasce la necessità e la funzione dell’esperienza.
C’è quindi da considerare che il processo di acquisire esperienza e coscienza è molto lungo e progressivo; a priori ci sono gli impulsi di una saggezza superiore che ci vengono da fuori, che man mano devono essere introiettati e fatti propri. Solo così possiamo spiegare la apparente maggiore saggezza degli animali (inseriti ecologicamente nell’ambiente e rispondenti quasi infallibilmente alla natura) rispetto ai continui guasti ed errori provocati dall’uomo: l’uomo sta imparando a guidarsi da solo, mentre gli animali sono ancora diretti dall’esterno. L’uomo è più avanti degli animali proprio perché può sbagliare!
Alla base c’è la concezione che ogni uomo possiede dentro di sé una scintilla divina – parte integrante della Divinità – che attende di essere risvegliata. Scopo dell’evoluzione è quello di consentirgli, attraverso l’esperienza terrena, di rendersi consapevole della propria individualità (cosa impossibile fintantoché era “accecato” dalla partecipazione completa e indistinta con Dio) grazie all’illusione della separatività che l’esperienza terrena produce, in modo di trasformarsi col tempo, a sua volta e al termine di questo Giorno di Manifestazione evolutiva, in un Dio creatore. Le scritture cristiane dicono: “Non sapete voi che siete Dei?”.
Grazie per la risposta, mi è più chiaro adesso.
Avrei ancora una domanda, se posso.
Come si pone l'esoterismo nei confronti della materia?
Grazie per la cortesia e per gli interessanti argomenti proposti.
Cara Anna, in realtà, tutto è spirito, se così si può dire. L'esoterismo afferma che ci sono molte dimensioni (chiamate "mondi"), che differiscono tra loro da una diversa vibrazione e direzione dell'asse degli atomi che li compongono. Dai più tenui ai più densi. La nostra coscienza percepisce solo la dimensione fisico-chimica, ma ciò non significa che sia la sola esistente, così come il fatto che il cieco nato non abbia mai visto la dimensione fisica non è una prova della sua non esistenza. La materia fisica è di per sé inerte: la vita è una conseguenza del fatto che essa sia penetrata da un'altra dimensione, che le aggiunge questa caratteristica.
Ma tutto è, in definitiva, parte di Dio, poiché, come dice la Bibbia: "In Lui viviamo, ci muoviamo e siamo".
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