Con il mese di ottobre ci avviciniamo ulteriormente all’epoca nella quale l’influsso spirituale del Cristo cosmico raggiunge il suo apice. Questo Suo concentrare la propria coscienza in un ambiente tanto cristallizzato viene descritto dai veggenti capaci di percepirlo come un enorme sacrificio per la più elevata Entità Solare quale Egli è, sottoponendosi ad uno scarto vibratorio tremendo, cosa che Gli provoca certamente dolore e costrizione.
Da questa consapevolezza deriva l’idea che il sacrificio, in quanto tale, sia un mezzo di avanzamento spirituale, quasi che Dio pretenda anche da noi il dolore come prezzo per l’avanzamento. Questa analisi non considera che il dolore è solo una conseguenza provocata dal nostro comportamento quando stravolge le leggi naturali, e che il valore di una qualsiasi azione non sta nell’azione in sé, ma nell’intenzione con cui si compie.
Se io mi sacrifico perché penso di ottenerne un vantaggio spirituale, ciò può rientrare nella sfera dell'egoismo (pur con tutti i distinguo del caso); se il sacrificio invece deriva da una spinta interiore di fronte ad una situazione contingente, allora significa saper rispondere alla voce della coscienza by-passando le sovrastrutture della personalità (cioè disinteressatamente). In questo caso il termine "sacrificio" assume il valore etimologico della parola: "fare sacro", e supera quella valenza negativa che comunemente diamo ad essa.
L’intenzione con cui il Cristo viene in nostro soccorso, per evitare che noi retrocediamo collettivamente, è del più puro ed elevato Amore disinteressato, e certamente Egli soffrirebbe di più se non potesse fare nulla per venire in nostro aiuto. In questo modo il “sacrificio”, sia pure certamente pesante, non può paragonarsi alla ricerca del dolore fine a se stesso, privo di uno scopo altruistico. Max Heindel ci ricorda la spinta di una mamma, che vedendo il proprio figlio in pericolo si lancia, senza ulteriori considerazioni o valutazioni, in suo soccorso, rischiando anche la vita propria; possiamo dire che il Cristo agisce in questo modo nei confronti di tutta l’umanità.
Certo, ciascuno di noi è ancora molto lontano da questo livello di amore, tuttavia l’influsso che Egli porta sulla Terra fornisce la “materia prima” per attivare e accrescere quell’influsso dentro di noi, risvegliando il Cristo Interiore, ancora bambino, ma già in formazione, come un diapason messo in vibrazione fa vibrare in lontananza un altro diapason rispondente alla stessa lunghezza d’onda.
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