11/08 - Sulla crisi finanziaria

Le cose sono in sella e cavalcano l’umanità” diceva Emerson, e la schiavitù di chi possiede di più è bene evidente oggi con la crisi economica e soprattutto finanziaria che stiamo attraversando. L’unico dio che si vuole adorare, e al quale si sottomette tutto, compresa la propria dignità interiore, è il denaro. Una umanità adorante tale idolo (molto somigliante al biblico vitello d’oro) si è spinta al punto di volere accaparrare sempre di più, in un modo che se osservato con distacco indica pazzia e mostra la disperazione di chi non vuole ammettere la propria dimensione spirituale come fondante dell’essere umano. Vi è chi accumula una quantità tale di denaro che non riuscirà mai a spendere, annullando così qualsiasi etica, e accanto ai predoni che governano in questo modo il mondo si leva la voce dei predicatori che denunciano e invocano soluzioni moralistiche. Ci dicono che un “buon cristiano” non si comporta così, ma sa dividere ciò che ha con chi ha meno di lui. È il concetto della carità (intesa come elemosina), che tutti facilmente comprendiamo e condividiamo. Nonostante questo tipo di predicazione ci accompagni da millenni, essa non ha mai avuto la forza di imporsi fino ad evitare ingiustizie, rivoluzioni e violenze. Il motivo è che essa appartiene alla medesima sfera che comprende anche chi vuole combattere: ad una visione che considera solo il mondo da un punto di vista materiale, nel quale perciò le risorse sono limitate, nel quale se una cosa l’hai tu non la posso avere io, che di conseguenza giustifica la lotta per la conquista e la filosofia del “mors tua, vita mea”. Ma questa visione oggi vediamo che non è una soluzione né per chi non ha, né per chi ha. È un passaggio necessario, ma non la meta.
Il Cristo non sa che farsene di un cosiddetto buon cristiano; al giovane ricco aveva detto: “Se vuoi essere perfetto va, vendi tutto e seguimi”. Sempre il messaggio del Cristo si rivolge all’interiorità dell’uomo: supera la legge. Non risolve nulla una risposta sociale (sia pure necessaria in una fase di passaggio), ma la vera soluzione è solo quella che viene da dentro: quella individuale dello Spirito, dove abita l’Amore.
Si entra così in un’altra sfera, con altre leggi. “Guardate i gigli dei campi, come il Padre li ha vestiti regalmente; credete che il Padre consideri essi più importanti di voi?”. In questa dimensione non esiste separazione, tutto è di tutti e di ciascuno contemporaneamente. Non è certo facile vivere in questo modo e in questa fede, anche se vi è chi lo ha fatto e lo fa. Nel frattempo è importante fare come Max Heindel ci sollecita: considerare ciò che possediamo come un deposito per fare il bene ed essere pronti a lasciarlo in qualsiasi momento se diventasse necessario per il bene nostro o di altri.

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