Il recente terremoto che ha colpito così tragicamente il già martoriato popolo di Haiti non può non interrogarci sulla giustizia del mondo; certo, chi non ha le conoscenze del Cristianesimo esoterico non può neppure tentare di avvicinarsi ad una risposta: e infatti non lo fa, affidandosi al mistero della volontà divina o rifugiandosi nella casualità. Tuttavia, pur riconoscendo l’operare della Legge di Conseguenza, non possiamo non ricordare a noi stessi le parole del Cristo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Chi è il “prossimo”? La parola vuol dire “il più vicino”, ma il vicino di ieri non è più lo stesso vicino di oggi: tanto che se un rischio corriamo è quello di attivarci per disastri che colpiscono persone geograficamente molto lontane da noi, e nel contempo non scandalizzarci più per ciò che accade nella nostra vera “prossimità”. Il bombardamento mediatico di questi giorni ha la supremazia sulla nostra capacità interiore di discernimento, e veniamo indotti ad una solidarietà a senso unico. Ci impietosiamo vedendo le tragiche immagini di bambini haitiani privati in un sol colpo di tutti i loro affetti ed effetti, ma il vicino di casa o l’extracomunitario del nostro rione non riesce a far nascere in noi la stessa commozione.
Lasciando da parte le facili analisi oggi di moda da parte di sociologi o psicologi, è vero che il mondo fa ormai parte tutto di un unico fenomeno globalizzato, perché siamo messi in grado di vedere quanto succede a migliaia di chilometri meglio di come una volta potessimo scorgere intorno ad un avvenimento della città vicina; però la domanda da porci è: perché siamo solerti a mettere mano al portafoglio per i bambini di Haiti (cosa ovviamente meritoria e apprezzabile), ma non tiriamo fuori un centesimo per il mendicante che sta dietro l’angolo?
La frase del Cristo termina chiedendoci di amare “come noi stessi”: se non siamo in grado di percepire l’amore verso il nostro prossimo – vicino o lontano che sia – significa che non siamo in grado di palpitare per l’amore in senso generale; neppure verso noi stessi. E se amiamo davvero noi stessi, vuol dire che siamo aperti a questa forza che tutto unisce, e naturalmente siamo spinti anche ad aiutare il nostro prossimo. Non si può amare noi stessi senza amare anche gli altri, “incondizionatamente”.
Chi crede di amare se stesso senza nel contempo amare gli altri, non ama neppure se stesso, e scambia l’amore per il suo opposto. E non è neppure un vero Cristiano.
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